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Caro Paolo, e cari amici del Movimento 5 Stelle di Genova, vi scrivo per un semplice motivo: in questo momento voi avete l'occasione per aprire un vitale confronto su alcune importantissime questioni relative al M5S. Le polemiche che hanno seguito il vostro bellissimo risultato elettorale, circa la presa di posizione di Beppe Grillo contro le apparizioni in TV, e più in generale sul suo ruolo all'interno del M5S, sono state certamente strumentalizzate ed ingigantite dai tanti che hanno interesse ad indebolirvi. Tuttavia non bisogna negare che esse abbiano sollevato anche nodi politici reali, problemi che sono sentiti e condivisi da tante persone, sia all'interno che all'esterno del M5S, e che, se non affrontati possono portare all'azzeramento delle potenzialità del movimento.

La questione in fondo è semplice: chi decide nel M5S? Come si prendono le decisioni? Come fare in modo che davvero, sempre, “uno valga uno”?

Caro Paolo, per la stima che ho nei tuoi confronti, che so essere condivisa, ti esorto a prendere posizione pubblicamente su questi temi. Puoi farlo, se vuoi, nel nostro blog main-stream.it, con una lettera o un video, o come ti pare, e dove ti pare. Ma fallo. Sarebbe davvero importante, ora che le urne sono chiuse, e si può discutere fuori dal clima elettorale, che tu, ed il gruppo genovese, diceste a Beppe Grillo, fraternamente, che le decisioni relative al M5S devono essere prese dal movimento stesso, e non da lui in solitudine o col suo staff. E che occorrono quindi meccanismi decisionali chiari, noti, trasparenti, accessibili, che consentano a tutti di prendere parte ai percorsi che portano ad assumere le decisioni più importanti. Sia chiaro: non sto discutendo il merito delle indicazioni e delle decisioni prese da Grillo. Non importa se le si condivide o meno. Ciò che conta è che esse non sono state assunte con metodi partecipativi.

Caro Paolo, ora che il M5S si appresta, giustamente, a preparare la presentazione di liste per il Parlamento, ed a diventare quindi movimento nazionale, non più solo aggregato di realtà locali, diventa di estrema importanza che questa questione venga risolta. Se non ci si dota di una struttura partecipativa per assumere le decisioni politiche, queste saranno comunque prese da qualcuno. Qualcuno che certamente non varrà uno, e che potrà scegliere in modo arbitrario. Si formeranno linee decisionali non chiare, non trasparenti, e tali che sarà difficile, se non impossibile, metterle in discussione. In queste gerarchie parallele, che si formano sempre quando si nega di avere dei capi, ma contemporaneamente non ci si dota di una struttura decisionale trasparente e partecipativa, hanno gioco facile gli arrivisti, i carrieristi che usano il movimento come trampolino di lancio per l'accesso ai posti di potere.

So che può sembrarti incredibile, ma in questo modo anche il M5S diventerà presto un partito come gli altri, se sopravviverà. Altrimenti si frantumerà a causa delle lotte interne e degli attacchi esterni (che non mancheranno).

Esiste però la possibilità di evitare questa triste fine, ma la strada passa per la trasformazione del M5S in movimento realmente partecipativo, dove davvero “ciascuno conta uno”. Tutti, nessuno escluso. Beppe Grillo teme, a ragione, che il movimento ceda a personalismi e leaderismi. Ma se vuole davvero evitarli deve accantonare anche il suo personalismo e il suo leaderismo.

In un utilissimo testo, “Principi del governo rappresentativo”, il Professor Bernard Manin descrive le caratteristiche e le differenze fra la democrazia diretta e la rappresentanza politica. E' una analisi illuminante, che mette in luce come le vere differenze fra forme di organizzazione partecipativa, e forme oligarchiche, non risiedono tanto nell'assenza/presenza di rappresentanti, quanto nel rapporto fra rappresentanti e rappresentati. La democrazia diretta non si realizza evitando di dotarsi di strutture e meccanismi decisionali. Al contrario, senza di queste essa non può concretizzarsi. Ma è necessario che tali strutture rispondano ai canoni della piena partecipazione democratica: rotazione delle cariche inderogabile, barriere al carrierismo, possibilità di revoca dell'incarico, assenza di status e privilegi, collegamenti orizzontali fra i gruppi locali, accesso agli organi di informazione, meccanismi decisionali chiari, trasparenti, noti e accessibili. Non sono argomenti del tutto sconosciuti al M5S che giustamente indica dei Portavoce (non dei leader politici) a capo delle liste elettorali e limita il numero dei mandati istituzionali. Ecco, queste modalità vanno applicate anche all'interno del movimento, sperimentando forme davvero nuove di organizzazione politica basata sul modello partecipativo.

Caro Paolo, e cari amici del M5S di Genova, siete di fronte ad un bivio: o minimizzate l'accaduto, dicendo, per esempio, che quelli di Grillo sono solo “consigli”, ben sapendo che non è così, e negando che il M5S sia di fronte a nodi politici che sarebbe davvero utile sciogliere, oppure potete cogliere sapientemente l'occasione, usando le polemiche degli ultimi giorni come spunto per aprire una discussione franca e fraterna, anche nei confronti di Beppe Grillo, che non può appropriarsi del M5S nonostante ne sia l'ispiratore, perché un movimento politico che vuole abbattere le oligarchie al potere non può avere né un proprietario, né un tutore, chiunque esso sia. Deve appartenere a tutti i suoi membri, ed avere la capacità di mostrare, anche tramite il proprio funzionamento interno, che la democrazia partecipativa è davvero possibile e realizzabile.

Un abbraccio, Fabrizio Tringali Pubblicato da Fabrizio Tringali a 11:31 1 commenti Invia tramite email Postalo sul blog Condividi su Twitter Condividi su Facebook Etichette: beppe grillo, democrazia partecipativa, M5S, movimento 5 stelle, oligarchia, paolo putti GIOVEDÌ 10 MAGGIO 2012 Israele: comunisti ed ex-comunisti VS mainstream Claudio Martini- La politica israeliana ha conosciuto un'importante novità negli ultimi giorni: l'ingresso di Kadima nella compagine parlamentare che sostiene il governo del Likud, a guida Netanyahu. Diamo due coordinate per cercare orientarci nella realtà politica di quel paese. Kadima è nata nel 2005 per iniziativa di Ariel Sharon, già esponente di primo piano del Likud. Gli analisti lo considerano una forza centrista, ma non stiamo parlando di un partito moderato: fu proprio il governo di Kadima a devastare il Libano nel 2006 (più di mille civili morti) e a mettere a ferro e fuoco Gaza nel 2009 (un altro po'). Queste belle imprese non impedirono ai politici del Likud che non avevano approvato l'operazione di Sharon, come l'attuale Primo Ministro Benjamin Netanyahu, di vincere le ultime elezioni parlamentari.

La scelta del governo israeliano di allargare la sua base parlamentare, e la decisione del leader di Kadima Shaul Mofaz di assecondare questo disegno ha dato adito a varie e contrastanti interpretazioni. Il tema, come sempre, è l'attacco all'Iran. Molti analisti considerano Mofaz vicino alle posizioni di Obama, che come ormai dovrebbe essere chiaro è contrario all'intervento militare. Ma non tutti sono d'accordo. In particolare si nota una chiara tendenza allarmistica dei giornali non esattamente mainstream, tendenti a mettere in guardia da una svolta bellicista nella strategia israeliana. Mentre Il Corriere o La Stampa sembrano intravedere un ammorbidimento delle posizioni israeliane sui progetti di attacco, a sinistra (qui e qui), ma anche a destra si parla di attacco imminente.

Tuttavia il mainstream internazionale non sembra proprio di questo parere, e non si può non segnalare il solito NYT. Un passaggio è particolarmente chiaro: "Mentre Netanyahu e Barak hanno mostrato un atteggiamento aggressivo nei confronti dell'Iran, Mofaz è considerato un moderato, contrario a qualsiasi avventata azione militare. A Marzo, non appena diventato capo dell'opposizione, ha dichiarato alle televisioni che un attacco prematuro all'Iran sarebbe stato "disastroso" e che avrebbe portato "scarsi risultati"." La logica ci dice che una cosa non può essere vera e falsa allo stesso tempo. Delle due l'una: o l'operazione Mofaz rende più probabile un attacco all'Iran o NON lo rende più probabile. A chi dobbiamo credere? A Ferrara e al Manifesto, oppure al New York Times? Che decisione difficile...  Pubblicato da Claudio a 16:00 0 commenti Invia tramite email Postalo sul blog Condividi su Twitter Condividi su Facebook MERCOLEDÌ 9 MAGGIO 2012 Ecco come reagiranno i partiti di Fabrizio Tringali

Alcune riflessioni sulla tornata elettorale e sulle possibili conseguenze..... Continua a leggere...» Pubblicato da Fabrizio Tringali a 10:00 0 commenti Invia tramite email Postalo sul blog Condividi su Twitter Condividi su Facebook Etichette: amministrative, casta, ceto politico, elezioni, movimento 5 stelle MARTEDÌ 8 MAGGIO 2012 Ci sono o ci fanno? Si parla molto, in questi giorni, della gente che si suicida per "disperazione economica". Se ne ricorda anche l'attuale Presidente del Consiglio, che ne parla per sostenere la bontà delle scelte economiche dell'attuale governo. Scelte che sono del tutto analoghe a quelle portate avanti dalla Grecia, e che in quel paese hanno portato, ci dice lo stesso Presidente del Consiglio, ad un elevato numero di suicidi. La domanda "ma ci sono o ci fanno?" è inevitabile. (M.B.) Pubblicato da Marino Badiale a 23:14 1 commenti Invia tramite email Postalo sul blog Condividi su Twitter Condividi su Facebook Etichette: crisi, Grecia, monti, suicidi DOMENICA 6 MAGGIO 2012 C'è ancora tempo? Oggi si vota in Italia e in vari paesi europei. Cercheremo di scrivere qualche commento sui risultati, nei prossimi giorni. Segnaliamo intanto un articolo di qualche giorno fa, nel quale è ben descritto ciò che vogliono i ceti dominanti europei: "Se in Europa - osserva ancora Moavero - si vogliono fare grandi cambiamenti, come quelli che necessariamente vanno fatti perché non crolli tutto, occorre che la questione sia presa in mano dalle grandi famiglie europee. Insieme: popolari e socialisti". In sostanza il modello ottimale sembra quello degli attuali governi italiano e greco. La prospettiva è quella di “governi di unità nazionale” che avranno come unica opposizione movimenti del tipo di quello di Marine Le Pen in Francia o di Geert Wilders in Olanda. E' una prospettiva molto preoccupante. Ma sarà l'esito inevitabile delle attuali dinamiche, se i movimenti antisistemici ispirati a valori di emancipazione e solidarietà continuano a non capire la necessità di prendere posizione, qui ed ora, contro euro e UE. Forse c'è ancora del tempo, ma sicuramente non molto. (M.B.)

C'est un étendoir à linge
Illusration d'un étendoir à linge

Les différents types d'étendoirs à linge

Netiquette I commenti sono moderati, per essere sicuri della pubblicazione basta attenersi a ovvie norme di educazione. Il principio è semplice: scrivete solo le cose che vi sentireste di dire parlando faccia a faccia con la persona alla quale vi rivolgete. Inoltre, preghiamo tutti di rendere riconoscibili i proprio commenti, specificando il nome o, se proprio si è timidi, almeno il nickname. Non sono ammessi interventi off-topic. Pubblicato da Marino Badiale a 18:35 2 commenti Invia tramite email Postalo sul blog Condividi su Twitter Condividi su Facebook Etichette: elezioni, euro, Le Pen, UE, Wilders VENERDÌ 4 MAGGIO 2012 Pisapia, ennesima prova dell'identità fra centrodestra e centrosinistra di Fabrizio Tringali In questo blog abbiamo più volte discusso dell'esaurimento dell'antitesi politica fra destra e sinistra, sottolineando come le forze che si riconoscono nell'una o nell'altra siano oramai dedite a rappresentare parti diverse dello stesso ceto dominante. Alla vigilia di nuove elezioni amministrative, dimostriamo ancora una volta che le politiche realizzate dagli uni e dagli altri sono infatti praticamente identiche (almeno nei settori economicamente e socialmente più importanti), analizzando il caso che esemplifica più di tutti l'inutilità dell'alternanza fra centrodestra e centrosinistra: la vittoria di Pisapia a Milano. Continua a leggere...» Pubblicato da Fabrizio Tringali a 09:09 1 commenti Invia tramite email Postalo sul blog Condividi su Twitter Condividi su Facebook Etichette: amministrative, centrosinistra, elezioni, pisapia, pisapippa MERCOLEDÌ 2 MAGGIO 2012 Conferme iraniane Notizia di due giorni fa, ma non per questo meno fresca. E utile, perchè ci dice come il mainstream stia cominciando a rendersi conto di quanto la rumorosa psicosi da domani attaccheranno l'Iran! fosse, appunto, una rumorosa psicosi. Importante è soprattutto il riferimento alla Conferenza di Istanbul, dove i delegati americani e persiani hanno potutto scambiarsi direttamente i loro pareri, ovviamente lontano dall'attenzione dei media. Se tutto procede come sembra, in tempi non lontani gli USA e la Repubblica Islamica raggiungeranno un honorable agreement, sia sul nucleare sia sulla sotanziale spartizione del Medio Oriente tra le loro sfere di influenza. Nessuna sorpresa per i nostri lettori: lo avevamo anticipato qui e qui (C.M.)

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